Quali prodotti evitare con l’allergia al lattice?
Un’allergia di cui forse non si parla molto, ma che ha comunque conseguenze fastidiose per chi ne soffre: è quella al lattice. Presente in molti oggetti usati nella vita quotidiana, tra cui i guanti monouso e i preservativi, il lattice può causare dermatiti, orticaria e altre reazioni allergiche improvvise in chi è allergico.
Cos’è l’allergia al lattice?
L’allergia al lattice è una reazione IgE mediata alle proteine presenti nel lattice, un materiale ottenuto dal fluido lattiginoso dell’albero della gomma brasiliano, l’Hevea Brasiliensis.
Quali sono i prodotti che contengono lattice?
Il lattice è presente in un gran numero di prodotti usati in ambito sanitario, in primo luogo i guanti per uso chirurgico, ma trova impiego anche in numerosi articoli presenti negli ambienti di vita e di lavoro. Tra quelli più noti e di uso più comune troviamo:
- dispositivi medici come guanti, tubi endovenosi, cateteri e bracciali per la pressione sanguigna;
- dispositivi odontoiatrici compresi elastici ortodontici e dighe dentali;
- prodotti contraccettivi come preservativi e diaframmi;
- indumenti contenenti elastici come pantaloni o biancheria intima, scarpe da corsa e impermeabili;
- alcuni prodotti per la casa come borse per la conservazione con cerniera, tappetini da bagno, alcuni tappeti e guanti di gomma;
- articoli per neonati e bambini inclusi ciucci, tettarelle per biberon, pannolini usa e getta, articoli per la dentizione o altri giocattoli;
- alcune forniture scolastiche o per ufficio come elastici, gomme per cancellare, nastro adesivo, gomma cementizia e vernice;
- bende elastiche;
- palloncini di gomma (esclusi i palloncini in mylar).
Quali sono i sintomi dell’allergia al lattice?
La sensibilizzazione alle proteine del lattice è responsabile di manifestazioni cutanee, soprattutto prurito e orticaria, localizzate alla sede di contatto o estese a tutto il corpo (orticaria generalizzata, gonfiore alle mani o ad altre zone di contatto). Il lattice può però causare anche sintomi respiratori, come raffreddore e congiuntivite, spesso associati a asma bronchiale. Sono relativamente rare manifestazioni più gravi come l’edema della glottide o lo shock anafilattico. I sintomi compaiono in seguito a contatto cutaneo ma anche per via inalatoria.
Le reazioni al lattice sono generalmente classificate in tre tipologie principali:
- Dermatite da contatto irritante: si tratta della reazione più frequente associata ai guanti in lattice ed è una reazione cutanea non allergica a un agente irritante.
- Dermatite da contatto allergica o ipersensibilità ritardata (tipo IV): si tratta di una reazione immunitaria ritardata che ha luogo dalle 24 alle 48 ore dopo il contatto iniziale.
- Ipersensibilità IgE mediata (tipo I): si tratta della reazione meno frequente ma più pericolosa che si verifica generalmente entro 30-60 minuti dal contatto iniziale. I sintomi possono variare da lievi (ad esempio, prurito, rash cutaneo, orticaria, edema oculare, rinite, congiuntivite, leggera ipotensione e tachicardia) a reazioni anafilattiche potenzialmente fatali.
Come si fa la diagnosi di allergia al lattice?
La diagnosi si basa in primo luogo sulla storia clinica, che mette in evidenza la correlazione tra i tipici disturbi allergici come il prurito, l’orticaria, il gonfiore o i sintomi respiratori e l’esposizione o il contatto con oggetti che contengono lattice. I test cutanei, come i test sierologici delle IgE specifiche (RAST), possono essere utilizzati come strumenti per identificare gli allergeni sensibilizzanti e aumentare l’accuratezza diagnostica.
Chi è più a rischio di sviluppare allergia al lattice?
Il numero di operatori sanitari affetti da allergie al lattice è molto superiore alla media, si stima che tra l’8 e il 17% di tutti gli operatori sanitari ne sia affetto. Si ritiene che l’aumento dell’uso e dell’esposizione al lattice sia la ragione principale dei tassi più elevati in questo gruppo. Altre categorie maggiormente affette da allergie al lattico sono:
- persone con allergie crociate legate al cibo;
- operatori nell’ambito dell’odontoiatria;
- lavoratori dell’industria farmaceutica;
- parrucchieri o lavoratori che impiegano regolarmente guanti di lattice;
- bambini affetti da spina bifida o che hanno subito più interventi chirurgici;
- persone che richiedono procedure mediche frequenti come il cateterismo;
- fornitori di servizi per l’infanzia;
- addetti alla ristorazione;
- addetti alle pulizie, anche in ambito domestico;
- meccanici e carrozzieri;
- persone che lavorano nella produzione di gomma o nelle fabbriche di pneumatici.
Che cos’è la reattività crociata tra lattice e frutta?
L’allergia al lattice impone attenzione anche a tavola. Il motivo è la cross-reattività legata alla presenza negli alimenti di proteine dalla struttura simile a quella degli allergeni del lattice. La contemporanea allergia al lattice e ad alcuni tipi di frutta viene riconosciuta con il nome “sindrome latex-fruit”. Alcune persone con allergia al lattice possono manifestare anche delle sensibilizzazioni nei confronti di certi alimenti, specialmente di origine vegetale, che contengono proteine simili a quelle del lattice. Le più comuni allergie lattice-correlate sono quelle a noci e banane, ma anche altri tipi di vegetali: kiwi, ananas, avocado, melone, pesca, fico, frutto della passione, mango, patata, pomodoro, nocciole, arachidi, castagne.
Come si cura l’allergia al lattice?
Non esiste una cura per un’allergia al lattice, quindi il miglior trattamento è l’evitare di entrare in contatto con questo materiale. Secondo la gravità della sintomatologia, i soggetti colpiti devono essere dotati di medicamenti per i casi d’urgenza (antistaminici orali a rapido riassorbimento, corticosteroidi e, nel timore di shock anafilattico autoiniettori di adrenalina) e istruiti sul relativo uso. Vanno impiegati prodotti realizzati con materiali alternativi al lattice (prodotti latex-free come vinile e poliuretano). Il paziente con accertata diagnosi di allergia al lattice deve subire procedure diagnostiche in ambiente latex-safe.