Allergie, le regole per vivere bene la stagione dei pollini

Allergie, le regole per vivere bene la stagione dei pollini

Chi è allergico lo sa: i pollini che circolano nell’aria, soprattutto in primavera, possono provocare una serie di sintomi, tra cui irritazione agli occhi, congestione nasale, starnuti, tosse persistente e in casi più rari asma bronchiale. Se questo quadro sintomatologico risultasse familiare, specie in questo periodo dell’anno, ci sono altissime probabilità di trovarci di fronte ad una allergia ai pollini (anche chiamata raffreddore da fieno o, più correttamente, rinite allergica), una condizione molto diffusa che colpisce fino al 20% della popolazione. Per affrontarla al meglio, è bene conoscere i sintomi, la durata e in che modo possono essere gestiti, alleviati e anche prevenuti.

1. Riconoscere i sintomi

I sintomi possono variare a seconda della quantità di polline a cui si è esposti e alla modalità di contatto con l’allergene che può essere per contatto diretto con la pelle o con le mucose di naso, occhi e vie aeree o che può essere inalato o ingerito. Quando il contatto interessa le vie aeree superiori e gli occhi, la reazione allergica può manifestarsi con rinite, starnuti continui, congestione nasale e congiuntivite con occhi arrossati che lacrimano. Quando viene, invece, colpita la cute, possono comparire dermatite e orticaria, accompagnate da un prurito intenso. Se a essere interessate sono le vie aeree inferiori, può insorgere asma con comparsa di broncospasmo, dispnea, sensazione di costrizione toracica e tosse.

2. Arrivare a una diagnosi

Il passaggio fondamentale è avere una diagnosi corretta della propria allergia, affidandosi a uno specialista, che permetta il controllo dei sintomi ad essa correlati impedendone l’evoluzione verso forme cliniche più gravi. I test allergologici sono efficaci per identificare le allergie stagionali e possono essere eseguiti sulla pelle, come il prick test, che prevede il posizionamento di alcune gocce di allergene purificato sulla superficie cutanea, oppure con un prelievo di sangue, come il dosaggio delle IgE specifiche per gli allergeni. La possibilità di individuare con test appropriati gli allergeni responsabili dell’allergia respiratoria consente allo specialista allergologo di predisporre una terapia personalizzata.

3. Mitigare i disagi

La regola base è quella di non entrare volontariamente in contatto con fiori o piante di cui si sa essere allergici. In casa come in ufficio è consigliato effettuare il ricambio di aria al mattino presto o alla sera tardi, quando la concentrazione di pollini nell’aria è inferiore e anche in questo caso è bene tenere le finestre chiuse nelle ore centrali della giornata. Meglio evitare di frequentare luoghi ad alta concentrazione di pollini come parchi e giardini e preferire gite al mare o in montagna piuttosto che in campagna. Evitare di uscire nelle ore centrali o più calde della giornata, in cui la concentrazione pollinica è maggiore, così come è bene evitare di restare all’aperto nei primi momenti di un temporale, poiché la pioggia facilita il rilascio di allergeni e pollini. È bene sforzarsi di respirare sempre con il naso perché al contrario della bocca trattiene parte degli agenti presenti nell’aria. Chi utilizza il motorino dovrebbe utilizzare mascherina e occhiali avvolgenti. In auto tenere i finestrini chiusi e attivare il filtro antipolline se presente.

4. Consultare i calendari pollinici

Il periodo più ricco di pollini, e quindi quello in cui si verificano la maggior parte delle reazioni allergiche, si colloca tra la primavera e l’estate. Da marzo a giugno le piante (in particolare graminacee, betullacee, oleacee, ambrosia e parietaria) liberano nell’aria la quantità maggiore di pollini. Poiché è importante cercare di limitare il contatto con l’allergene per non innescare i sintomi di rinite allergica e asma, una buona prassi consiste nel consultare il calendario dei pollini così da conoscere quali, quando e dove si ha il rilascio dell’allergene responsabile della reazione allergica.

5. Migliorare la qualità di vita

L’immunoterapia specifica, il cosiddetto “vaccino” per le allergie, rappresenta l’unica vera terapia risolutiva, poiché in grado di intervenire sui meccanismi immunologici alla base dell’allergia. È un trattamento che consiste nella somministrazione, per via sottocutanea o per via sublinguale, di un estratto degli allergeni interessati a dosi progressivamente crescenti, il che induce una modificazione della risposta immunitaria dell’organismo nel periodo di esposizione all’allergene.