Allergie e inquinamento

Allergie in aumento: la colpa potrebbe essere dell’inquinamento

Occhi rossi, starnuti e naso che cola. Le allergie respiratorie mietono vittime anche nei mesi più freddi dell’anno. I cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo ormai da diversi anni, causati principalmente dal surriscaldamento del pianeta, stanno incidendo sempre di più sulla nostra salute.

Negli anni Sessanta le allergie colpivano il 5% della popolazione, nel 2025 arriveranno al 50%.

Il numero è destinato ad aumentare a causa del pericoloso mix di fattori in grado di scatenare reazioni allergiche: l’aumento delle temperature, l’inquinamento e la maggiore diffusione dei pollini nell’aria. Il surriscaldamento del pianeta ha anticipato il periodo di fioritura delle piante rispetto all’arrivo della primavera. Da questo dipende il fatto che i pollini si concentrano nell’aria per un arco di tempo ben più ampio: è quasi scontato che l’incidenza delle allergie sia maggiore.

Il tasso crescente di anidride carbonica disciolta in atmosfera, frutto soprattutto del ricorso ai combustibili fossili, sta rendendo più lunghi e intensi i periodi di impollinazione.

Ma il polline, oltre a essere una tra le più importanti fonti di allergie, è in grado anche di favorire il rilascio di mediatori in grado di stimolare una reazione infiammatoria e una risposta immunitaria nel nostro organismo. La complessità di questa azione sarebbe alla base dell’aumento dei «polisensibili». Si tratta di persone che sviluppano una reazione eccessiva a più specie polliniche, contemporaneamente. Un problema che oggi, in Italia, riguarda 8 allergici su 10: sono pazienti che stanno male per un periodo più lungo, talvolta anche da marzo a ottobre.

Nei luoghi in cui la qualità dell’aria è peggiore, d’altra parte, i numeri delle allergie sono più elevati.

Più alte sono le temperature, maggiore è la quantità di ozono che si sviluppa nell’aria. Parliamo di una molecola non allergizzante, ma che è in grado di irritare l’apparato respiratorio. E, dunque, di accentuare i sintomi respiratori di un’allergia primaverile. A partire dall’asma, rilevabile in quasi il 40% delle persone che ne soffrono: da sola o associata alle altre manifestazioni (starnuti, ostruzione nasale, prurito, rinorrea e congiuntivite).

A ciò occorre aggiungere anche l’inquinamento veicolare. I particolati (Pm 2,5, Pm 1 e soprattutto Pm10) possono fungere da «vettore» per i pollini: in pratica le molecole allergeniche si legano alla superficie del particolato che poi le trasporta anche a distanze considerevoli rispetto al luogo dove erano state liberate. L’azione dello smog si combina così con quella degli allergeni peggiorandone le conseguenze e causando congiuntivite, raffreddori frequenti e prolungati nel tempo, ma anche asma e disturbi respiratori.

Se i sintomi si manifestano per la prima volta e lasciano sospettare un’allergia è bene consultare uno specialista allergologo.

Una corretta diagnosi è fondamentale per identificare la vera causa dell’allergia e studiare un trattamento mirato. La terapia è personalizzata e dipende dal quadro del paziente. In generale, per la rinite la terapia gold standard è rappresentata da farmaci steroidi topici come gli spray nasali. In alcuni casi si può usare una terapia topica combinata steroidea e antistaminica. Per diminuire la sintomatologia correlata alla rinite (prurito alla gola, starnutazioni ripetute, prurito al naso) possono essere utili farmaci antistaminici. Per l’asma sono invece disponibili farmaci specifici: nella maggior parte dei casi il controllo della malattia si ottiene con farmaci corticosteroidei per via inalatoria che possono essere associati anche a farmaci broncodilatatori.

Dott. Francesco Papia

Se sospetti di soffrire si un’allergia respiratoria prenota subito una visita specialistica con il dott. Francesco Papia, specialista in Allergologia e Immunologia a Palermo al 333 989 2965.